Elenco blog personale

martedì 16 febbraio 2016

Ricetta Pho Bo (di manzo): ecco come preparare la tipica zuppa vietnamita

È arrivato il momento di cimentarsi nella preparazione della zuppa Pho, un piatto unico della cucina vietnamita che richiede molta pazienza e un bel po' di ore ai fornelli. Esistono numerose varianti: con manzo, pollo, pesce e così via. Tutte prevedono l'utilizzo della “salsa di pesce”, la Muoc Mam, facilissima da reperire in Vietnam ma un po' più difficile da trovare in Italia. Per questo motivo dovrò farne a meno. Ho scelto di preparare la Pho Bo, cioè quella con sottilissime fettine di manzo e ho aggiunto le erbe aromatiche che più mi piacciono.

Una porzione: 270 calorie

Ingredienti

- 2 kg di Ossa di Manzo
- 500 gr di contro filetto di manzo (da tagliare poi in fette sottilissime, quasi un carpaccio)
- 1 Cipolla
- 1 Radice di zenzero
- 1 Peperoncino fresco piccante
- 1 Lime
- 200 gr di Anice stellato
- 40 ml di Salsa di pesce (io dovrò farne a meno :-( ma si trova in negozi asiatici ben forniti)
- Rametti di prezzemolo fresco
- Mazzetto di Menta fresca
- Foglie di basilico fresco
- Erba cipollina fresca
- Germogli di soia
- 15 gr di Zucchero di canna
- 500 gr di Noodle di riso
- Grani di pepe nero
Sale q.b.

Per prima cosa date una rosolata alla cipolla e allo zenzero per farli abbrustolire un po'.
In un altro pentolone fate bollire le ossa di carne in tre litri d'acqua. Aggiungere la cipolla e lo zenzero avendo cura di rimuovere le parti bruciacchiate. Unire anche le fettine di carne, l'anice stellato, i grani di pepe, lo zucchero, il sale e la salsa di pesce (se l'avete). Incoperchiate e lasciate cucinare il tutto per circa 1-2 ore a fuoco lento. Togliete la carne quando è pronta e mettetela da parte, aspettando che si raffreddi per tagliarla in fettine sottilissime.
Fate cucinare ancora un po' il brodo e poi filtratelo per eliminare le impurità. Assaggiate il brodo per accertarvi che sia saporito e in caso aggiustate con gli ingredienti.

Seguite le istruzioni che trovate nella scatole per la preparazione dei noodle di riso che dovranno essere aggiunti nelle ciotole dove servire la zuppa. Decorate il piatto con 4-5 fettine di manzo. Tagliate il peperoncino fresco a rondelle e aggiungetelo.
Servire in un piatto di portata tutte le erbe aromatiche crude, altro peperoncino e germogli di soia che i commensali potranno aggiungere a piacimento. In una ciotoline riponete il lime diviso in 4 pezzi da spremere sul brodo.
La pho bo è pronta!

Buon appetito!!
Zuppa Pho Bo

martedì 9 febbraio 2016

Villaggi di minoranze etniche, dove andare: Sapa o Mai Chau?

Le risaie, gli altopiani verdi, i giri in bici tra i campi e il sorriso delle donne in abiti tradizionali sono alcune delle immagini più ricorrenti sul Vietnam. Per coglierne l'essenza si può andare nei villaggi di montagna abitati dalle minoranze etniche e vivere qualche giorno con loro in una casa-palafitta. La località più nota è Sapa, tribù montana vicina al confine cinese e a quello con il Laos. La maggior parte delle fotografie del Vietnam - volti di persone e terrazzamenti verdissimi – è stata scattata qui. Per raggiungerla ci vogliono più di nove ore di treno o pullman da Hanoi. Al momento della mia partenza ero convinta che Sapa sarebbe stata una tappa imperdibile del mio viaggio. Ma una notte in treno o pullman e il cattivo tempo che avremmo trovato, mi hanno fatto cambiare idea. Vivere questo luogo incantevole con pioggia battente e nebbia costante non è certo l'ottimale. Non volendo perdere questo tipo di esperienza, ho trovato una soluzione alternativa.
Mappa Mai Chau
Ho quindi deciso di andare nella vallata di Mai Chau, distante 135 chilometri da Hanoi e raggiungibile con la corriera diretta o facendo cambio nella stazione di Hoa Binh per un totale di circa 4-5 ore di viaggio. Il pullman si ferma nell'unica strada che attraversa le montagne. Qui ci sono delle abitazioni normali (per normali si intende con mattoni e cemento). Proseguendo dritto verso la montagna, sulla destra si trovano dei sentieri che portano ai villaggi Ban Lac 1 e Ban Lac 2, abitati dalle minoranze etniche. Le case sono capanne o palafitte. Gli abitanti ti vengono incontro offrendoti vitto e alloggio per una notte. Si dorme per terra avvolti da grandi piumoni e nella maggioranza dei casi il bagno è in comune con altri viaggiatori. Per il mio soggiorno a Mai Chau ho scelto una soluzione più organizzata trovata su Booking: un piccolo complesso di capanne con bagno privato che si chiama “Mau Chau Farmstay” (414.000 dong = 16 euro, cena compresa). L'esperienza in questa struttura di legno e bambù è stata complessivamente positiva, però, con il senno di poi vi consiglio di trovare un altro posto dove dormire.
Vi descrivo cosa ho trovato: il “Mau Chau Farmstay” si trova un po' fuori il centro abitato dei villaggi, alla fine di una strada che guarda verso la montagna. Oltre al bagno privato, il vantaggio è il silenzio assoluto interrotto soltanto dai rumori della natura (pioggia, galli, anatre e altri animali). Sembra infatti di dormire all'aperto. Le altre capanne, invece, si trovano al centro del villaggio dove la sera c'è un minimo di movimento: bancarelle che vendono oggetti artigianali, bimbi che giocano, musica tradizionale o persone che fanno grigliate. Insomma, la vera vita di un villaggio. Il “Mau Chau Farmstay”, poi, appartiene alla stessa proprietà che possiede anche un albergo (una sorta di resort ecologico) e per questa ragione è gestito in maniera più imprenditoriale. Il ragazzo che ci ha accolto e che vive lì con la famiglia è un dipendente e non è neanche originario del posto. La cosa bella di stare a Mai Chau, invece, è proprio quella di vivere a contattato con la minoranza etnica dei Muong (l'altra etnica è quella dei Thai bianchi). Ed è soprattutto per questo motivo che vi consiglio di dormire in una delle loro case. Tra le altre cose positive, la farmstay mette a disposizione degli ospiti le biciclette e, compreso nel prezzo, ti offrono un tour guidato su due ruote in giro per la vallata. Purtroppo io non ho potuto usufruire di questo servizio perché il ragazzo-gestore che ce lo aveva proposto al momento della prenotazione, si è poi tirato indietro accampando scuse (cosa, ovviamente, che mi ha indispettito parecchio).
La vita nel villaggio scorre lentamente tra polli, galline e cagnolini. I bimbi giocano nei campi. Il tempo viene scandito dai ritmi di lavoro. Fino al tramonto si vedono donne che raccolgono e trasportano ceste piene di riso. Di sera le ragazze continuano a lavorare il cotone nei telai producendo meravigliosi tessuti per sciarpe, foulard, coperte o tovaglie. È bellissimo vederle all'opera. Per non appesantire il mio zaino da 7 chili, ho comprato molto poco. Ma se potessi tornare indietro nel tempo farei il pieno di queste stoffe artigianali uniche, senza dubbio uno dei migliori acquisti da fare in Vietnam.

mercoledì 3 febbraio 2016

Gita in barca sul Delta del Mekong

La mia esperienza sul delta del Mekong si limita a una gita in barca al mercato galleggiante nei pressi della cittadina di Can Tho. Avendo tempo e voglia, però, ci si può avventurare meglio nel fiume più grande dell'Indocina e che attraversa un po' tutti i paesi del Sud Est Asiatico (Cina, Thailandia, Laos, Cambogia per sfociare poi nel Sud del Vietnam). Per esempio, mi sarebbe piaciuto visitare i famosi Templi di Angkor Wat seguendo un percorso via terra e via fiume lungo il Mekong. Ma questo avrebbe richiesto almeno 2-3 giorni in più di viaggio, con la possibilità di vedere con i proprio occhi la vera vita che scorre  lungo questo maestoso corso d'acqua e sui canali più piccoli. Ad ogni modo, una tappa a Can Tho consente di avere un assaggio di tutto questo.
La città è abbastanza moderna. Ci sono centri commerciali, tante banche e un museo della guerra ospitato all'interno di una caserma militare nuova di zecca. Parte della popolazione continua a vivere di pesca anche se moltissime barche non vengono più utilizzate per questo fine, ma per accompagnare i turisti alla scoperta del Mekong. Il turismo è diventato il nuovo business. Appena arrivati al porto, infatti, le mogli dei barcaioli ti inseguono per vederti la qualunque: una gita sul fiume, una notte in una homestay, un pasto al ristorante. Devo ammettere che sono anche un po' fastidiose. Tuyen, un ragazzo di 40 anni, invece è stato gentile e poco invadente sin da subito. E alla fine si è rivelato una guida eccellente (il suo cellulare vietnamita è 0938.690842). Un barchino di legno a motore e con tante sedioline (tipo quelle che ci sono a scuola) è stato il mezzo che ci ha portato per 4 ore in giro per il fiume (350.000 dong = 15 euro per 2 persone). È meglio partire al mattino presto per vedere il mercato galleggiante nel pieno dell'attività. Qui le barche si trasformano in bancarelle, ognuna ha la sua specialità: ci sono quelle piene di cavoli verza, quelle dedicate soltanto al commercio di frutta esotica e via dicendo. Poi ci sono barchette più piccole (tipo gondole) che fungono da bar dove una signora – quasi sempre a piedi nudi – prepara il caffè o una zuppa muovendosi tra barattoli e contenitori che mi ricordano i giocattoli che usano le mie nipotine quando fingono di cucinare qualcosa da mangiare.
Mercato galleggiante sul Mekong
La mia gita prevedeva anche una tappa presso la fabbrica dei fogli di carta di riso, ingrediente tipico della cucina vietnamita impiegato soprattutto nella preparazione degli involtini primavera. La chiamano "fabbrica" ma questa è una parola grossa. Più che altro sembra una casa di campagna con un po' di terreno attorno dove lavorare e far asciugare  i fogli di riso sotto il sole pallido del Vietnam. Ci sono anche i macchinari – molto semplici e mossi dall'uomo – per trasformare la poltiglia di riso bianca come il latte in noodle o in grandi dischi simili a piadine. Accanto a questa piccola catena di montaggio scorrazzano galline, polli, cani e gatti. Tutto viene maneggiato dalle mani degli operai rovinate dal lavoro. Non mancano mosche e insetti vari. Questo quadretto che sto descrivendo mi ha fatto capire perché nelle scatole di riso che conserviamo nelle nostre belle credenze c'è sempre scritto di sciacquare accuratamente il prodotto prima di cucinarlo (e adesso, dopo questa esperienza, lo faccio puntalmente!!).

Ho pernottato una notte a Can Tho, presso il West Hotel (800.000 dong = 32 euro). L'albergo è elegante e frequentato da molti occidentali. L'ingresso principale si affaccia sul mercato. L'impatto, visto gli odori e la confusione, può sembrare sgradevole ma in realtà è molto suggestivo. Inoltre, l'hotel mette le biciclette a disposizione degli ospiti dando la possibilità di visitare la città più agevolmente.