Nonostante
siano passati più di tre mesi dalla mia partenza, penso ancora al Vietnam e mi
chiedo se troverò una meta altrettanto tranquilla e sicura come questo paese.
Avevo bisogno di questo viaggio come il pane per ricordare a me stessa che
esiste la vita (tante vite) anche al di là della punta del mio naso. Sono
partita con questo spirito, curiosa di scoprire modi di pensare e culture
diverse dalla mia. Questo blog, nato per dare consigli a chi brancola nel buio
prima di un viaggio fai-da-te, è una prosecuzione virtuale di questa mia esperienza
che vorrei si ripetesse in altre parti del mondo. Ma dove?
Ieri
è successa una cosa strana: nella giornata dell’attacco terroristico alla metro
e all’aeroporto di Bruxelles, questo sito ha registrato una inaspettata impennata
di visite provenienti dall’Europa e specialmente dall’Italia. Domanda: il mio
blog si sta finalmente indicizzando sui motori di ricerca? Oppure è un piccolo,
piccolissimo esempio del cosiddetto “effetto farfalla” per il quale il ‘battito
d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del
mondo’? Forse quest’ultima interpretazione è un po’ azzardata. Di sicuro c’è
che stamattina il Dipartimento di stato Usa ha emesso un ‘travel warning’ che
sconsiglia agli americani di viaggiare in Europa. Con buona pace dei fatalisti
(e con tanta ansia da parte degli allarmisti), il turismo nel Vecchio
Continente subirà una flessione. Sono io la prima che già da un paio d’anni non
mette piede in Europa (eccetto l’Italia naturalmente) e non soltanto per
l’Isis. È un mito che crolla. Appartengo alla generazione Erasmus, quella che
poco più che ventenne si è ritrovata catapultata in un altro paese a scoprire
come vivono e studiano all’estero. In quell’anno ho imparato a sentirmi una
siciliana d’Europa, orgogliosa di far parte di questo sistema. Indovinate dove
sono stata per nove mesi? Nel piccolo Belgio, a Ghent, una deliziosa cittadina
universitaria a circa un’ora di treno da Bruxelles. Inutile dire che è stata
un’esperienza super, più formativa di qualsiasi manuale di diritto. Sono tante
le immagini che mi tornano in mente. Ricordi bellissimi di gioventù, vita e
amicizia. Ogni tanto mi chiedo se sia ancora lì il signore extracomunitario di
un locale vicino alla nostra residenza che ogni settimana (anche più di una volta
a settimana) ci preparava la pita, pane tipico del Medio Oriente imbottito con
verdure e kebab. Costava poco e per noi era una tappa obbligata dopo una giornata
di studio o dopo una serata di bagordi. Non ho mai parlato molto con questo
signore, ma si era creato un tacito legame. Lui ci guardava con affetto e
magari anche con un po’ di sana invidia: 4 ventenni fortunate con i soldi di
papà, le sneaker firmate e tanti sogni convinte di poter realizzare dopo gli
studi. Aveva una figlia di 7-8 anni, il viso magro e scuro. Passava dal locale
con uno zaino più grande delle sue spalle per entrare dentro casa. Chissà se oggi
è iscritta all’università come noi ‘ragazzi Erasmus’ di allora. Il piccolo
Belgio è anche questo, nonostante oggi ci sia il coprifuoco e le teste di cuoio
tra le rue della Capitale a caccia
dei ‘foreign fighters’. Quando vivevo a Ghent, mi bastava prendere un treno per
girare l’Europa. Francia, Olanda, Lussemburgo: da lì tutto è a portata di mano.
E anche negli anni successivi ho continuato a essere innamorata del mio
continente e a girarlo in lungo e in l’altro. Poi, l’amore si è affievolito. A
un certo punto la moneta unica e l’Unione Europea, il suo parlamento con tutti
gli eurodeputati (ma chi li conosce?) non mi sono più sembrati l’invenzione del
secolo. L’economia ristagnante, la politica sugli immigrati, il caso Grecia
e le affascinanti tesi del suo ex ministro economista Varoufakis spingono a
farsi qualche domanda sul mondo dorato delle istituzioni europee. È un sistema che si sgretola.
Trascorrere una vacanza in una capitale europea non è più conveniente. Troppo allarmismo e troppa paura dello sconosciuto. L’atmosfera non è più quella di una volta, quella che piaceva a me. Anche per questo ho iniziato a guardare altre mete. L’Asia, anzi il Sud Est Asiatico e i paesi lì vicino, sono quelli che mi trasmettono più serenità. La Farnesina lo conferma. Guardo la mappa del mondo sul sito http://viaggiaresicuri.it e fa male vedere il punto esclamativo, simbolo di allarme, piazzato proprio nel cuore dell’Europa. In Belgio hanno elevato al livello 4 (il più alto nella scala) l’allerta terrorismo in tutto il paese. E le altre capitali europee non sono da meno. Ecco perché, a distanza di pochi mesi, guardo il Vietnam con nostalgia. Nella speranza di tornare a essere sicura e orgogliosa del mio continente.
Trascorrere una vacanza in una capitale europea non è più conveniente. Troppo allarmismo e troppa paura dello sconosciuto. L’atmosfera non è più quella di una volta, quella che piaceva a me. Anche per questo ho iniziato a guardare altre mete. L’Asia, anzi il Sud Est Asiatico e i paesi lì vicino, sono quelli che mi trasmettono più serenità. La Farnesina lo conferma. Guardo la mappa del mondo sul sito http://viaggiaresicuri.it e fa male vedere il punto esclamativo, simbolo di allarme, piazzato proprio nel cuore dell’Europa. In Belgio hanno elevato al livello 4 (il più alto nella scala) l’allerta terrorismo in tutto il paese. E le altre capitali europee non sono da meno. Ecco perché, a distanza di pochi mesi, guardo il Vietnam con nostalgia. Nella speranza di tornare a essere sicura e orgogliosa del mio continente.