Leggera e gustosa, la cucina vietnamita non si dimentica facilmente.
Il suo segreto? Erbe e materie prime freschissime. E poi lasciatevi sedurre dai coloratissimi frutti esotici e dalla cucina internazionale di Saigon
Ho
aspettato a scrivere il post sulla cucina vietnamita perché per me è quello più doloroso. Mi mancano le zuppe Pho e mi viene l’acquolina in bocca solo a
pensarci. Inutile cimentarsi a riprodurle perché, sebbene proverò a farle, sarà
difficile ottenere lo stesso gusto fresco e saporito. È come quando un italiano
prova a preparare la pasta all’estero, il risultato non sarà mai come quello di
casa. Mistero della fede. Il segreto dei piatti vietnamiti invece è proprio
l’utilizzo di spezie ed erbe appena raccolte che sprigionano un profumo unico e
per questo molte volte i cuochi si recano due volte al giorno al mercato, di
mattina e di pomeriggio, per approvvigionarsi di foglie e foglioline
freschissime. D’altronde le campagne del Vietnam sono così fertili e rigogliose
da fare di frutta e verdura gli ingredienti principali di qualsiasi pasto.
Il secchiello del ghiaccio |
Per prima
cosa è bene sapere che in 21 giorni di pasti tipici (di cui un solo panino da
McDonald) non ho mai avuto alcun problema di stomaco. E questa è una notizia
dal momento che quando si cambia paese si va incontro a batteri ai quali il
nostro corpo non è abituato. Tra l'altro, non ho fatto la schizzinosa e ho mangiato
in qualsiasi luogo compreso quelli di strada dove si preparano pietanze anche a
pochi centimetri da terra (per la felicità degli scarafaggi che si nutrono di
appetitosi avanzi di cibo). Avete presente tutte le norme igienico-sanitarie
che in Italia stressano baristi e ristoratori? Avete presente le bustine
monouso (zucchero, sale, pepe, marmellate, ecc…) che tutti gli esercenti sono
obbligati ad acquistare? L’obbligo di usare un tipo di ghiaccio alimentare
piuttosto che un altro? Il frigo pomì anziché quello colì? E via dicendo? In
Vietnam non esiste niente di tutto ciò. Il grado di civiltà di un paese si
misura anche dal marasma di norme stringenti che rendono la vita impossibile
(ma più sicura) ai cittadini. Evidentemente nel Sud Est Asiatico questo grado
di civiltà è molto basso e ci guadagnano in libertà e genuinità (e forse anche
in felicità).
Cibo di strada a Saigon |
Così può capitare che il cameriere decida molto gentilmente di
mostrarti con le sue mani come preparare uno Spring Roll e maneggiare con nonchalance
tutti gli ingredienti da assemblare e poi porgerlo per fartelo assaggiare.
Nello specifico si tratta di una sorta di involtino primavera, come quello che
si mangia nei ristoranti cinesi, ma molto più leggero in quanto avvolto
all’interno di un foglio di carta di riso crudo (niente frittura quindi) e
riempito a piacimento con erbette varie e poi a scelta fettine sottilissime di
manzo, pollo o gamberetti. Il tutto da immergere in una ciotolina di salsa di
soia o qualche altro intingolo.
Sul Mekong: fabbrica di fogli di carta di riso |
Il piatto
più tipico (da gustare a colazione, pranzo, cena, merenda) e
onnipresente da Nord a Sud è la mitica Pho, una zuppa di noodles di riso
servita con carne di manzo (pho bo), di pollo (pho ga) o gamberetti (pho Tham)
[ci sono varianti anche con tendini, grassetti, polpette…]. Nel brodo poi si
possono aggiungere a piacimento altre foglie di menta, lime, germogli di soia o
aromi tipici della zona o della stagione. La zuppa Pho è stato uno dei piatti
principali della mia alimentazione in viaggio: ne ho assaggiati di tutti i tipi
e di tutte le regioni e sebbene il piatto sia sempre lo stesso c’era sempre
qualcosa di diverso. A mio avviso le più buone sono quelle di Saigon dove ho notato una maggiore esplosione di sapori. Ho concluso i pasti sempre
soddisfatta, sazia e leggerissima (anche dopo una pho di manzo a colazione).
Pho Bo |
Zuppa
o altro, sulla tavola vietnamita non mancano mai riso o spaghetti di riso. Ho
addirittura letto da qualche parte che i noodle
di riso - che per molti sono di origine giapponese o cinese – in realtà sono
proprio nati in Vietnam.
Di pesci
se ne vedono di tutti i tipi e colori: una passeggiata al mercato notturno
dell’isola di Phu Quoc consente di scoprire la vastità del pescato locale,
qualcuno anche impressionante. Tra le prelibatezze ci sono granchi e aragoste i
cui prezzi, sempre abbordabili, sono un po’ più alti rispetto alla media. I frutti di mare oltre che
crudi si possono mangiare anche grigliati. Buonissime le versioni di pesce
condite con salsa tamarinda
(preparata con i datteri d’India).
Granchio con salsa tamarinda |
Frutta a
volontà. C’è da approfondire la conoscenza soprattutto di quella esotica: mango, avocado, frutto del drago, papaya,
platani e quelli più strani e in Italia introvabili come il rambutan (frutto un po’ peloso), sapodilla, startfruit e tanto altro. Buonissimi da mangiare freschi o come
succhi, spremute, sorbetti o proposti come dessert e all’interno di crepes.
Riso verdure e frutti di mare |
Petto d'anatra |
Un consiglio: a Saigon vale la pena assaggiare la cucina internazionale vista la presenza di ottimi ristoranti di tutto il mondo. Io ho provato un buon indiano (Baba’s Kitchen, indirizzo: 164 Bui Vien | Pham Ngu Lao, District 1) e un ottimo-super giapponese (Ichiban Sushi Vietnam, indirizzo: 204 Le Lai | P. Ben Thanh, District 1).
Sushi a Saigon |
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