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venerdì 8 gennaio 2016

Pho Bo, frutta e noodles: tutti i piatti da provare

Leggera e gustosa, la cucina vietnamita non si dimentica facilmente.
Il suo segreto? Erbe e materie prime freschissime. E poi lasciatevi sedurre dai coloratissimi frutti esotici e dalla cucina internazionale di Saigon

Ho aspettato a scrivere il post sulla cucina vietnamita perché per me è quello più doloroso. Mi mancano le zuppe Pho e mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci. Inutile cimentarsi a riprodurle perché, sebbene proverò a farle, sarà difficile ottenere lo stesso gusto fresco e saporito. È come quando un italiano prova a preparare la pasta all’estero, il risultato non sarà mai come quello di casa. Mistero della fede. Il segreto dei piatti vietnamiti invece è proprio l’utilizzo di spezie ed erbe appena raccolte che sprigionano un profumo unico e per questo molte volte i cuochi si recano due volte al giorno al mercato, di mattina e di pomeriggio, per approvvigionarsi di foglie e foglioline freschissime. D’altronde le campagne del Vietnam sono così fertili e rigogliose da fare di frutta e verdura gli ingredienti principali di qualsiasi pasto.
Il secchiello del ghiaccio
Per prima cosa è bene sapere che in 21 giorni di pasti tipici (di cui un solo panino da McDonald) non ho mai avuto alcun problema di stomaco. E questa è una notizia dal momento che quando si cambia paese si va incontro a batteri ai quali il nostro corpo non è abituato. Tra l'altro, non ho fatto la schizzinosa e ho mangiato in qualsiasi luogo compreso quelli di strada dove si preparano pietanze anche a pochi centimetri da terra (per la felicità degli scarafaggi che si nutrono di appetitosi avanzi di cibo). Avete presente tutte le norme igienico-sanitarie che in Italia stressano baristi e ristoratori? Avete presente le bustine monouso (zucchero, sale, pepe, marmellate, ecc…) che tutti gli esercenti sono obbligati ad acquistare? L’obbligo di usare un tipo di ghiaccio alimentare piuttosto che un altro? Il frigo pomì anziché quello colì? E via dicendo? In Vietnam non esiste niente di tutto ciò. Il grado di civiltà di un paese si misura anche dal marasma di norme stringenti che rendono la vita impossibile (ma più sicura) ai cittadini. Evidentemente nel Sud Est Asiatico questo grado di civiltà è molto basso e ci guadagnano in libertà e genuinità (e forse anche in felicità).

Cibo di strada a Saigon
Così può capitare che il cameriere decida molto gentilmente di mostrarti con le sue mani come preparare uno Spring Roll e maneggiare con nonchalance tutti gli ingredienti da assemblare e poi porgerlo per fartelo assaggiare. Nello specifico si tratta di una sorta di involtino primavera, come quello che si mangia nei ristoranti cinesi, ma molto più leggero in quanto avvolto all’interno di un foglio di carta di riso crudo (niente frittura quindi) e riempito a piacimento con erbette varie e poi a scelta fettine sottilissime di manzo, pollo o gamberetti. Il tutto da immergere in una ciotolina di salsa di soia o qualche altro intingolo.

Sul Mekong: fabbrica di fogli di carta di riso
Il piatto più tipico (da gustare a colazione, pranzo, cena, merenda) e onnipresente da Nord a Sud è la mitica Pho, una zuppa di noodles di riso servita con carne di manzo (pho bo), di pollo (pho ga) o gamberetti (pho Tham) [ci sono varianti anche con tendini, grassetti, polpette…]. Nel brodo poi si possono aggiungere a piacimento altre foglie di menta, lime, germogli di soia o aromi tipici della zona o della stagione. La zuppa Pho è stato uno dei piatti principali della mia alimentazione in viaggio: ne ho assaggiati di tutti i tipi e di tutte le regioni e sebbene il piatto sia sempre lo stesso c’era sempre qualcosa di diverso. A mio avviso le più buone sono quelle di Saigon dove ho notato una maggiore esplosione di sapori. Ho concluso i pasti sempre soddisfatta, sazia e leggerissima (anche dopo una pho di manzo a colazione).

Pho Bo
Zuppa o altro, sulla tavola vietnamita non mancano mai riso o spaghetti di riso. Ho addirittura letto da qualche parte che i noodle di riso - che per molti sono di origine giapponese o cinese – in realtà sono proprio nati in Vietnam.
Di pesci se ne vedono di tutti i tipi e colori: una passeggiata al mercato notturno dell’isola di Phu Quoc consente di scoprire la vastità del pescato locale, qualcuno anche impressionante. Tra le prelibatezze ci sono granchi e aragoste i cui prezzi, sempre abbordabili, sono un po’ più alti rispetto alla media. I frutti di mare oltre che crudi si possono mangiare anche grigliati. Buonissime le versioni di pesce condite con salsa tamarinda (preparata con i datteri d’India).

Granchio con salsa tamarinda 

Frutta a volontà. C’è da approfondire la conoscenza soprattutto di quella esotica: mango, avocado, frutto del drago, papaya, platani e quelli più strani e in Italia introvabili come il rambutan (frutto un po’ peloso), sapodilla, startfruit e tanto altro. Buonissimi da mangiare freschi o come succhi, spremute, sorbetti o proposti come dessert e all’interno di crepes.



Riso verdure e frutti di mare
Petto d'anatra




Un consiglio: a Saigon vale la pena assaggiare la cucina internazionale vista la presenza di ottimi ristoranti di tutto il mondo. Io ho provato un buon indiano (Baba’s Kitchen, indirizzo: ‪164 Bui Vien | Pham Ngu Lao, District 1) e un ottimo-super giapponese (Ichiban Sushi Vietnam, indirizzo: ‪204 Le Lai | P. Ben Thanh, District 1).

Sushi a Saigon

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