Il fascino decadente di Hanoi? O la
vecchia e tradizionale Saigon che corre veloce verso il futuro? Nel derby tra
le due città vietnamite, la citta ribattezzata Ho Chi Minh batte la capitale.
Senza dubbio. O almeno, senza alcun dubbio per me, che impaurita dai racconti
degli amici su Saigon ho messo piede in una città che invece mi ha colpito dal
primo all’ultimo istante. Mettiamo subito le cose in chiaro: entrambe le città
meritano una visita e sono tappe obbligate del tour del Paese. Da sapere anche
che, se a mio modesto parere Saigon (a me piace chiamarla così) batte Hanoi,
allo stesso tempo paesi e villaggi del Vietnam battono le grandi città. La vera
essenza di questo paese si gusta e si assapora nei piccoli centri dove la gente
dà il meglio di sé e regala meravigliosi sorrisi. Ma dopo tanto girare su e giù
per questa terra a forma di drago, un po’ di modernità non guasta. La prima
impressione è spesso quella che influenza tutto il giudizio. E il mio impatto
con Hanoi non è stato dei migliori. Scesa dal famoso bus urbano n. 17 a Long
Bien (ne parlo in altri post) ho sbagliato strada e mi sono ritrovata dentro un
mercato che stava sbaraccando. Il buio della sera e le facce poco
raccomandabili non sono state un bel biglietto da visita. L’insistenza dei
venditori (tassisti in primis) e la difficoltà a trovare un posto dove cenare di sera hanno fatto il
resto. Saigon, invece, è più notturna e la gente si sofferma nei parchi fino a
tardi per giocare a ShuttleCock o per chiacchierare seduta per terra (non curante
dell’eventuale passaggio di topi). Da amante dei percorsi circolari in cui vale
la regola di non tornare mai nello stesso posto, ho vissuto Hanoi come
un’imposizione. Le strade passano tutte dalla Capitale e così sono stata
costretta a pernottare più di una volta in questa città da cui partono i
collegamenti con le altre località del Vietnam settentrionale (ho dunque fatto
Hanoi-Halong Bay-Hanoi-Mai Chau-Hanoi).
Saigon e Hanoi hanno tante cose in
comune: caos, motorini, gente di città, cibo di strada e sedioline sui
marciapiedi e tanto altro. Ma l’atmosfera internazionale di Saigon mi ha
conquistato. Qui troverete strade grandi e ariose (ariose anche di smog, è giusto
dirlo), giardini e parchi pubblici. Grattacieli super moderni, palazzi popolari
e case antiche con le tipiche persiane di legno color carta da zucchero. Street
food locale e cucina internazionale.
Le persiane di Saigon |
Birra Saigon |
C’è una birra che si chiama Saigon
(esistono 4 varianti: Red, Green, Special e 333) e anche le sigarette portano
il nome della vecchia capitale dell’Indocina francese. La Francia, appunto.
Perché l’influenza dei cugini d’Oltralpe si sente e si vede. Salta all’occhio
la cattedrale gotica Notre Dame e, proprio accanto, l’ufficio postale centrale
progettato da Gustave Eiffel, l’architetto incaricato di costruire la Torre
Eiffel a Parigi. Ma l’atmosfera francese si respira anche nel Museo delle Belle
arti, chicca imperdibile della città non soltanto per le opere esposte ma per
l’edificio in sé. Commovente il Museo della Guerra (War Remnants Museum) che
oltre a carrarmati, caccia e altri cimeli di battaglia, raccoglie le fotografie
nude e crude scattate dai fotografi che accompagnavano i soldati americani. Le
immagini sono agghiaccianti e raccontano i massacri subiti dalla popolazione
vietnamita e i danni su volti e corpi di persone (molti dei quali bambini)
provocati dall’Agente Arancio (Agent Orange), un erbicida utilizzato
dall’esercito Usa per distruggere la folta vegetazione del Paese che ostruiva
passaggio e visuale. Peccato che questo veleno fosse anche altamente
cancerogeno tanto che ancora oggi si vedono persone deformate. Il Museo inoltre
conserva una delle foto più celebri della Guerra del Vietnam (che qui giustamente
chiamano Guerra americana), quella scattata da Nick Ut che ritrae una bambina
nuda che insieme con altri scappa da un villaggio bombardato con il Naplam. La
bambina si chiama Kim Phuc, oggi ha 43 anni e porta ancora i segni di quelle
gravi ustioni che cerca di curare tutt’ora con le nuove tecnologie offerte
dalla medicina moderna. Il museo è una tappa obbligata della visita a Saigon e
richiede sangue freddo e un pacco di kleenex.
La foto che ha fatto il giro del mondo scattata da Nick Ut |
Come in tutto il Vietnam, poi,
impazza il mito di Ho Chi Minh. C’è una sua bella statua a pochi passi dal
Bitexco Financial Tower. Il suo sguardo fiero è rivolto verso il futuro e non
vede tutti i negozi lussuosi e catene internazionali che lo circondando,
simboli di capitalismo e consumismo. Chissà che direbbe di questo il buon
vecchio “Zio Ho”.
Statua di Ho Chi Minh a Saigon |
Il corpo imbalsamato del leader Viet Minh, invece, è
conservato nel Mausoleo di Hanoi (attenzione però che periodicamente viene
trasferito in Russia per una “manutenzione”) dove c’è anche un museo a lui
dedicato.
Mausoleo di Ho Chi Minh ad Hanoi |
Questa è anche la zona delle Ambasciate e si respira un’aria un po’
più internazionale. Bella anche l’area vicina al famoso lago Hoan Kiem dove le
strade sono divise per negozi: in una si vendono soltanto scarpe, in quella accanto
soltanto pietre, in un’altra giocattoli e via dicendo. Gli acquisti fateli qui,
specialmente per quanto riguarda giacche a vento The North Face o coloratissime
sneakers. Tranquilli, Saigon se ne farà una ragione!
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