Dopo aver
trascorso una mattinata piovosa nella cittadella imperiale di Huè, un comodissimo
sleeping bus della compagnia “Open Bus” mi ha portato direttamente nel cuore di
Hoi An, suggestiva cittadina del Vietnam Centrale famosa per le lanterne
colorate che rallegrano le stradine lungo il fiume. Qui l’atmosfera è
suggestiva. La città vecchia è tranquilla e incredibilmente con poco traffico
di motorino e biciclette. Le vie del centro sono piene di locali per turisti e
di botteghe che preparano abiti sartoriali su misura. Questa città è una tappa
imperdibile del tour del Vietnam, anche se forse è un po’ troppo
“impacchettata” dal punto turistico. D’altronde, però, la posizione sul fiume e
il mix di architettura coloniale con quella tipica delle pagode, hanno fatto di
Hoi An uno dei siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Hoi An: la città delle lanterne |
È bello
passeggiare la sera lungo il fiume e fermarsi a guardare le bancherelle di
strada. Le vecchiette – con un po’ di gobba e alte non più di 1 metro e 50 – si
avvicinano per vendere candele avvolte in un involucro di carta colorata da accendere
e adagiare sul letto del fiume. Per cenare c’è l’imbarazzo della scelta. Ci sono
molti locali che soddisfano il gusto occidentale. Io ho optato per una via di
mezzo: “Vi Que” è un localino
moderno con vista fiume che serve pietanze tipiche della cucina locale. Ho
ordinato una “Hot Pot” a base di gamberi. Mi hanno dunque portato una
pentola piena di brodo che riceve calore costante da un fornello. Dentro si
butta di tutto e di più: pesce e moltissime verdurine ed erbe che conferiscono
un ottimo sapore alla zuppa. A bollitura ultimata si può iniziare a mangiare!
Vista dal ristorante sul fiume |
Hoi An è
piena di cose da fare: si può andare in una sartoria e farsi confezionare un
abito (magari il costume tipico chiamato Ao
Dai: leggi post precedente, ndr),
partecipare a un corso di cucina vietnamita, acquistare il ticket unico che
consente di visitare 5 monumenti della città vecchia (l’interno del ponticello
giapponese – un po’ deludente – musei, pagode e le tipiche dimore porticate
costruite dai francesi). Consigliatissimo è il giro in bici. Ci sono moltissime
agenzie locali che organizzano gite su due ruote. Il costo è di circa 20
dollari a persona. Dal momento che la guesthouse dove alloggiavo (si chiama “Han Hujen Homestay”) mette le biciclette a disposizione dei suoi
ospiti, la scelta si è orientata verso un tour fai-da-te seguendo gli itinerari
suggeriti dal web. In altre parole, con una bella passeggiata ho raggiunto
il villaggio vegetale Tra Que che si
trova poco fuori la città. Qui ci sono dei fazzoletti di terra con tutte le
sfumature del verde dove si coltivano spezie ed erbe aromatiche. I contadini
che lavorano nei campi ti guardando sorridendo e sono pronti a spiegarti (anche
a gesti) cosa stanno facendo.
Villaggio vegetale Tra Que |
Proseguendo nella pedalata, si arriva sulla costa
per una sosta presso la spiaggia di An
Bang. La sabbia è dorata e fine. È possibile noleggiare una sdraio. Quel giorno il mare
era agitato e personalmente non mi è sembrato un granché (anche se c'è da dire che io sono abituata ad
immergermi nelle bellissime acque della Sicilia: a proposito, se cercate una
vacanze di solo mare, venite nella mia isola e non in Vietnam!). Inoltre, mi
corre l’obbligo di segnalare che appena arrivati all’ingresso della spiaggia di
An Bang, un custode dall’aspetto minaccioso obbliga i turisti a posteggiare bici o
scooter in un parcheggio a pagamento. Da quello che ho potuto constatare questa regola non vale per i vietnamiti che indisturbati superano la sbarra di ingresso con qualsiasi mezzo. Pessimo biglietto
da visita che ha influenzato negativamente il mio giudizio sul posto.
Se siete
amanti dei massaggi, è bene sapere che nella periferia di Hoi An, poco fuori
dal centro storico, si trova un piccolissimo ma ottimo centro benessere. Si
chiama Pandanus Spa (indirizzo: 21
Phan Đình Phùng, Cẩm Châu) e negli anni ha collezionato recensioni entusiasmanti
e meritate su Tripadvisor. In Vietnam una delle attività commerciali più
gettonate è proprio quella che propone massaggi, ma molte volte sono deludenti.
Il centro benessere di Hoi An, invece, è un porto sicuro e la gentilezza del
proprietario è fuori dal comune. Da
provare il massaggio svedese.
Avendo la bicicletta a disposizione, vi suggerisco di addentrarvi anche nell’isolotto di Cam Nam collegato alla città tramite un
ponte strettissimo (incredibilmente a doppio senso!). Qui non ci sono
attrazioni turistiche particolari, ma è possibile vedere come vivono i
vietnamiti. L’immagine che mi è rimasta più impressa è quella di un
improvvisato campo di calcio pieno di bambini e ragazzi che giocavano a
pallone. Da Cam Nam non passano molti turisti. Forse è per questa ragione che i
più piccoli mi guardano incuriositi e sorridendo dicevano “Heeelllllooo!”. Questa
parola pronunciata dai bambini mi ha accompagnato per tutto il viaggio.
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